Cronaca e risultati del Giorno 2
Bowling – Individuale Donne
Giorno 2 – Bowling Individuale Donne: Shannon O’Keefe mette il turbo e si prende l’oro, Clara Guerrero d’argento, bronzo a Daria Pająk
La fuoriclasse dell’Illinois conferma la sua supremazia PWBA con una volata da manuale che la incorona prima campionessa olimpica della specialità. La colombiana Guerrero firma la sorpresa d’argento dopo un percorso in rimonta, mentre la polacca Pająk salva il podio con grinta e rotazioni chirurgiche.
L’aria era elettrica alla Bowling Arena quando Shannon O’Keefe ha innescato la spallata decisiva: sette strike consecutivi, un 279 finale da antologia e la sensazione che – quando le linee d’olio parlano la sua lingua – non ce ne sia per nessuna. E dire che l’avvio aveva premiato Clara Guerrero: la colombiana, maestra nel portare la palla a lato estremo della corsia, aveva sfruttato il “short pattern” per scardinare la pocket con un ritmo di dieci board esterno, issandosi in testa a metà gara. O’Keefe ha aggiustato il lay-down di qualche centimetro, ha scelto una sfera a cover ibrida più reattiva sul back-end e ha imposto un cambio di marcia devastante; Guerrero ha provato a reggere, ma un 7-10 split al nono frame l’ha costretta ad alzare bandiera bianca.
Più indietro si è consumata la battaglia per il bronzo. Daria Pająk, regina PWBA 2023, era scivolata al limite zona-podio dopo due solid-nine consecutivi che avrebbero piegato molti nervi. Invece la polacca ha sfoderato il suo marchio di fabbrica: rev-rate altissimo, entry-angle strettissimo e tre strike in chiusura che le hanno consentito di domare la concorrenza di Verity Crawley e Bryanna Coté, rimaste a specchiarsi in spare troppo complicati. Quando l’ultimo birillo è caduto, Pająk ha lasciato andare un urlo liberatorio; O’Keefe, già certa dell’oro, l’ha abbracciata in uno di quei gesti che fotografano l’essenza del bowling femminile: rivalità aspra, ma rispetto assoluto per il talento altrui.
Così il podio del debutto olimpico parla tre lingue e racconta tre scuole diverse: la potenza metodica made in USA, la sensibilità latina di Guerrero, la tecnica “full-tilt” dell’Est europeo. Un mix esplosivo che promette scintille anche nelle prove a squadre, quando il peso dell’oro di oggi diventerà bersaglio dichiarato per chi ha mancato di poco la gloria.
| Medaglia | Atleta | Nazione |
|---|---|---|
| 🥇 Oro | Shannon O’Keefe | 🇺🇸 Stati Uniti |
| 🥈 Argento | Clara Guerrero | 🇨🇴 Colombia |
| 🥉 Bronzo | Daria Pająk | 🇵🇱 Polonia |
Freccette – Individuale Donne (501)
Giorno 2 – Freccette Individuale Donne (501): Lisa Ashton torna “The Lancashire Rose” e conquista l’oro davanti a Beau Greaves; Deta Hedman completa un podio tutto britannico
La quarantaquattrenne inglese riscrive le gerarchie della vigilia piegando la favoritissima Greaves in un head-to-head al cardiopalma, deciso da un checkout da 161 che ha mandato in visibilio la Sala Dardi. Hedman, leggenda vivente del circuito, si prende il bronzo sigillando la prima tripletta inglese della storia olimpica.
Il titolo si decide in un ultimo set dove l’esperienza diventa moneta rara. Ashton, sotto 4-3 dopo aver mancato di millimetri un doppio 16 per il pari, sceglie di rallentare il ritmo martellante imposto da Beau Greaves: due respiri profondi, un 140 d’apertura che ricorda i suoi anni d’oro in WDF e la sensazione netta che la partita stia girando. Greaves risponde con un 180 che fa tremare le balaustre, ma sul 161 rimanenti Ashton srotola la combinazione perfetta – triplo 20, triplo 17, doppio 10 – che spacca l’equilibrio e le consegna il break. Da lì in poi la “Lancashire Rose” non sbaglia più: chiude 7-5 con media 101,5 e un sorriso che racconta tutto il peso di un oro atteso quasi un decennio.
Greaves esce battuta ma non ridimensionata. All’esordio olimpico, la ventenne di Doncaster ha incantato per potenza di scoring – sei leg sotto i dodici lanci in semifinale con Mikuru Suzuki – e per la freddezza con cui ha cancellato due match-dart di Fallon Sherrock nei quarti. Le è mancato soltanto l’ultimo colpo di reni contro un’avversaria che, nei momenti di massima pressione, si muove come se avesse un metronomo nel braccio. Sul gradino più basso sale Deta Hedman, 64 anni e ancora fame: nella “finalina” acciuffa il 5-4 su Rhian O’Sullivan con un 118 in due freccette che fa scuola (triplo 20, doppio 19), dimostrando che classe e longevità possono ancora illuminare una pedana dominata dalla Next Gen.
Il podio di giornata parla dunque una sola lingua, quella di una tradizione britannica che, tra vecchie rose e nuovi germogli, continua a fiorire. Ma lo spettacolo visto a Tokyo lascia intuire che la concorrenza internazionale, dal Giappone all’Olanda, è pronta a rientrare con prepotenza già dall’edizione di domani, quando il format a coppie miste promette altre scintille.
| Medaglia | Atleta | Nazione |
|---|---|---|
| 🥇 Oro | Lisa Ashton | 🏴 Inghilterra |
| 🥈 Argento | Beau Greaves | 🏴 Inghilterra |
| 🥉 Bronzo | Deta Hedman | 🏴 Inghilterra |
Biliardo – Pool 9-Ball Individuale Donne
Giorno 2 – Pool 9-Ball Individuale Donne: l’uragano Pan Wie Nic travolge le big, Han Yu d’argento, Rubilen Amit in volata per il bronzo
La thailandese, outsider della vigilia con appena l’11 % di chance, confeziona una cavalcata perfetta e spezza il dominio asiatico-cinese battendo in finale la campionessa del mondo Han Yu. La filippina Amit salva il podio allo spareggio, dopo un derby mozzafiato con Siming Chen.
Per raccontare l’oro di Pan Wie Nic bisogna partire dal rumore secco della sua spaccata: una frustata pulita, quattro biglie in buca e l’immediata sensazione che la finale sarebbe stata diversa da qualunque pronostico. Di fronte c’era Han Yu, fresca regina WPA 2024 e maestra di pattern difensivo; eppure la cinese non ha mai trovato il tempo di tessere la sua ragnatela. Pan ha imposto ritmo e fantasia: un massé coraggioso sulla cinque per restare in posizione, un kick-safe millimetrico che ha costretto Han all’unico errore grave (fall-shot sulla due), quindi la fuga decisiva dal 5-5 al 9-6 con due run-out consecutivi sigillati da un otto-nove in combinazione da highlights. A 25 anni diventa la prima thailandese a mettere le mani sull’oro olimpico nel 9-ball.
Han Yu esce battuta ma non ridimensionata: il suo break-speed da 34 km/h ha fruttato tre rack puliti, la precisione sulle lunghe diagonali è rimasta intatta, ma non è bastato contro un’avversaria che ha trasformato ogni spiraglio in sentenza. «Ho sbagliato un’unica scelta di sicurezza e lei l’ha capitalizzata: oggi era destino», ha ammesso con sportività.
Alle loro spalle Rubilen Amit si è presa il bronzo al foto-finish, domando la connazionale d’adozione Siming Chen in un playoff al limite dei nervi. Sotto 6-8, la fuoriclasse filippina ha cambiato stecca per guadagnare più grip sul gesso, ha infilato un break-and-run da manuale e ha strappato il 9-8 con una sponda-lunga-corta-lunga sull’otto che ha fatto esplodere la curva giallo-blu. Per Amit, già due volte campionessa del mondo, è l’ennesima gemma di un palmarès infinito e la conferma che il cuore filippino batte ancora fortissimo sui tavoli internazionali.
Il podio di giornata fotografa così la geografia in evoluzione del 9-ball femminile: la nuova onda thailandese che sorprende, la solidità cinese che tiene e l’orgoglio filippino che non smette di brillare. Domani la prova a squadre promette altre scintille, ma intanto l’Arena celebra la nascita di una stella che nessuno potrà più ignorare.
| Medaglia | Atleta | Nazione |
|---|---|---|
| 🥇 Oro | Pan Wie Nic | 🇹🇭 Thailandia |
| 🥈 Argento | Han Yu | 🇨🇳 Cina |
| 🥉 Bronzo | Rubilen Amit | 🇵🇭 Filippine |
Scacchi – Rapid Individuale Uomini
Giorno 2 – Rapid Individuale Uomini: Magnus Carlsen torna re del rapido, Murzin e Yu Yangyi completano il podio
Il fuoriclasse norvegese mette in riga un parterre di stelle e aggiunge un nuovo oro olimpico alla sua collezione, superando all’ultimo turno il campione in carica Volodar Murzin. Bronzo al cinese Yu Yangyi, brillante nella fase centrale del torneo.
Il torneo maschile di rapid ha vissuto una giornata di altissima tensione, con la classifica che fino al penultimo turno lasciava aperti almeno quattro scenari di podio. Magnus Carlsen, partito in seconda fila dopo un paio di patte lampo con Anish Giri e Vidit Gujrathi, ha trovato il colpo di reni proprio contro il rivale più atteso: in uno scontro diretto da manuale contro Volodar Murzin, il norvegese ha accettato un finale di torri con pedone in meno pur di aprire linee sull’ala di re, forzando un errore del giovane russo al 39° tratto. Da lì, il punto pieno lo ha proiettato in vetta, e l’ultima patta di controllo contro Levon Aronian è bastata per blindare l’oro.
Murzin, campione Rapid 2024, ha mostrato tutto il suo talento tattico, ma anche qualche crepa quando il ritmo di Carlsen lo ha costretto a scelte pratiche non ottimali. La sua medaglia d’argento resta un segnale forte: il ventenne russo è ormai presenza fissa tra i top e sarà cliente scomodo in ogni manifestazione futura. Sul gradino più basso Yu Yangyi, che ha saputo capitalizzare un avvio brillante (4 vittorie in fila) e difendere il bronzo con una patta solidissima contro Fedoseev nell’ultimo turno, evitando di farsi superare dagli inseguitori.
Il podio racconta di un Carlsen ancora capace di imporsi nei momenti chiave, di una nuova generazione – Murzin e Yu in testa – che non ha più timori reverenziali, e di un torneo che ha regalato partite già destinate a diventare materiale di studio per gli appassionati di rapid.
| Medaglia | Atleta | Nazione |
|---|---|---|
| 🥇 Oro | Magnus Carlsen | 🇳🇴 Norvegia |
| 🥈 Argento | Volodar Murzin | 🇷🇺 Russia |
| 🥉 Bronzo | Yu Yangyi | 🇨🇳 Cina |