Chi sono i tre Maestri che guidano l’Angolo degli Esperti.
“Ha vinto tutto, oppure no.”
Allenatore di club e nazionali, curriculum pieno di trofei e medaglie. Peccato che nessuno lo ricordi mai: le coppe le ha alzate in tutto il mondo, ma in un’epoca dimenticata. La stampa non lo riconosce mai davvero.
La sua vera forza è entrare in contatto con le sue atlete: inspiegabilmente si commuovono appena lo vedono. In panchina è buon segno quando resta seduto quasi annoiato: significa che ha previsto tutto.
Mantra: “Se non vi ricordate di me, vuol dire che ho lavorato bene.”
“Il gigante silenzioso che sa sempre cosa fare.”
Un po’ come Rubeus Hagrid: all’apparenza figura di contorno, sempre defilato; in realtà è la memoria storica che tiene insieme tutto. Parla poco, ascolta molto, e quando si esprime lo fa con calma paterna e precisione chirurgica.
Conosce i segreti delle promozioni, dei playoff, dei salti di categoria come fossero fiabe della buonanotte. Sa leggere le partite al rallentatore e far sembrare semplici anche i dettagli più complessi.
Mantra: “La saggezza è come il volley: serve solo se sai passarla agli altri.”
“Dalla terra dove il volley è nato: chi più di lui può insegnarlo?”
Viene dal Paese che ha inventato la pallavolo: per lui il volley non è solo uno sport, è cultura, è aria di casa. Dice che non servono i soldi: bastano l’aria e la passione. E intanto costruisce magie con budget inesistenti.
Specialista nel far crescere squadre dal nulla, trasforma un pugno di sassi in un mosaico che gioca come il Subbuteo: ogni pedina al posto giusto, ogni movimento sincronizzato.
Mantra: “Il volley non si compra: si respira.”